Un affondo monografico sulle bande musicali in Puglia, sollecitato dalla vastissima la popolarità, in tutta la regione, dei complessi bandistici. Bianca Tragni, studiosa locale, ne ricostruisce le vicende storiche: la formazione dei primi gruppi bandistici risale al primo ‘800, con prodromi già nel ‘700; indicati come “musici per pompe funerarie”, se ne segnala la presenza a Orsara di Puglia, in provincia di Foggia, a Acquaviva delle Fonti in provincia di Bari, per poi affermarsi in modo sempre più consistente in moltissimi paesi della regione. Caratteristica è la natura “popolare”, per l’estrazione sociale dei componenti, per lo più artigiani, bottegai, barbieri, più raramente anche contadini. Le formazioni potevano contare sul sostegno delle autorità comunali (come nel caso dei Decurioni di Gioia Del Colle) e a volte anche dei “padroni” che condividevano le stesse passioni musicali. Le immagini scorrono presentando modelli di divise dei musicisti, quando le pubbliche autorità, civili e militari, nel periodo della dominazione francese definiscono la configurazione giuridica delle bande, stabilendo numero di componenti e divise (a sottolineare l’origine militaresca di guida alle armate). La banda popolare, che perde i tratti militareschi, nasce invece per accompagnare i funerali e poi per festeggiare il santo patrono, la principale ricorrenza festiva del paese. Il pubblico, appartenente al medesimo nucleo sociale del musicante, era reso esperto dai ripetuti ascolti, e quindi in grado di rilevare tutte le sfumature dell’esecuzione. Le numerose interviste che compongono il servizio, a musicisti e avventori, rivelano una profonda conoscenza e un vasto apprezzamento del mondo operistico, come le immagini delle esecuzioni gremite di spettatori. Francesco Lentini, affermato direttore d’orchestra, parla delle ricorrenti strategie messe in atto, nel confronto con le aspettative e i gusti del pubblico: la banda reinterpreta la musica colta, già dalla composizione dell’ organico, secondo il gusto popolare, da qui i “finali travolgenti, i crescendi favolosi e il divismo dei solisti”. Al tentativo di comprendere il particolare radicamento in Puglia del genere bandistico, nella risposta della Tragni, le motivazioni vengono ricondotte alla sensibilità del pubblico, anche per le apprezzate connotazioni patriottiche, e degli esecutori, come all’abilità dei direttori, che si fanno mediatori tra la musica “nobile”, operistica dell’Ottocento, e le esecuzioni di carattere popolare. Il maestro Giovanni Misasi, a lungo direttore di una delle bande più prestigiose, quella di Acquaviva delle Fonti, nata allo scopo di favorire le riunioni dei carbonari del paese e di paesi vicini vietate dallo stato borbonico, spiega che le bande erano composte da artigiani locali e “forestieri”, cioè musicisti di professione. Scorrono immagini di momenti di studio nelle scuole di formazione per strumentisti di banda, come a Terlizzi col maestro Ghisonda, che conducono a parlare dell’ esperienza umana e lavorativa del direttore di banda e dei musicisti, delle continue trasferte e della vita comunitaria. Un intervistato di Acquaviva delle Fonti, esperto in materia, racconta delle rivalità tra bande, in particolare tra quella del suo paese con Gioia del Colle, e dell’ intensa attività degli agenti che propongono le bande e, in generale, dell’indotto generato dalle grandi celebrazioni patronali. Mentre si osservano le strade di Bari percorse dalla marcia dei suonatori in occasione della festa di San Nicola per la benedizione del pane, lo speaker auspica la tutela di una tradizione illustre, quale quella della musica bandistica, e del patrimonio culturale trasmesso, di schietta matrice popolare. La Tragni, in conclusione, parla del suo libro “I nomadi del pentagramma”, riconoscendo tre tipi di bande: da giro, la numerosa banda di tradizione ottocentesca¸ la banda a servizio interno, più esigua numericamente, per funerali e celebrazioni minori; e la bassa banda, per lo più familiare, “che fa chiasso e allegria” in occasioni di ricorrenze festive minori. La regia è di Agostino Di Ciaula, la fotografia di Gianfranco Sfondrini.
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Le bande musicali in Puglia: Le bande musicali in Puglia - Archivio Sonoro